lunedì 18 febbraio 2013

L'ILLUMINISMO DI VOLTAIRE

Voltaire nasce a Parigi il 21 Novembre 1964. Il filosofo fece molti viaggi, che furono delle esperienze molto significative e lo aiutarono far nascere in lui la tolleranza religiosa e la libertà di espressione di idee politiche, filosofiche e scientifiche. 
"Voltaire rimane accecato dalle luminose e rivoluzionarie dottrine scientifiche di Newton e dal deismo e l'empirismo di John Locke. Egli trae, da questo incontro con la filosofia inglese, il concetto di una scienza concepita su base sperimentale intesa come determinazione delle leggi dei fenomeni e il concetto di una filosofia intesa come analisi e critica dell'esperienza umana nei vari campi. Nacquero così le Lettres sur les anglais o Lettres philosophiques (1734) che contribuirono ad allargare l'orizzonte razionale europeo ma che gli attirarono addosso i fulmini delle persecuzioni." (fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Voltaire )
le lettres vennero condannate per quanto riguarda i caratteri religiosi; esse si opponevano spudoratamente al tradizionalistico regime francese, e dal lato filosofico, in nome dell'empirismo, tentavano di svincolare la ricerca scientifica dall'antica subordinazione alla verità religiosa.
Voltaire si pone principalmente il problema dell'esistenza di Dio, non nega la sua esistenza come altri filosofi che si sono proclamati atei, ma nemmeno assume una posizione agnostica. Egli vede la prova dell'esistenza di Dio nell'ordine superiore dell'universo, infatti così come ogni opera dimostra un artefice, Dio esiste come autore del mondo e, se si vuole dare una causa all'esistenza degli esseri, si deve ammettere che sussiste un essere creatore.
il Dio di Voltaire non è un Dio rivelato (come quello di Spinoza), esso è una sorta di Grande Architetto dell'Universo, un orologiaio autore di una macchina perfetta. Voltaire non nega una provvidenza, ma non accetta quella di tipo cristiano. L'uomo nello stato di natura era felice, avendo istinto e ragione, ma la civiltà ha contribuito all'infelicità: occorre quindi accettare il mondo così com'è, e migliorarlo per quanto è possibile.
Tra gli argomenti polemici di Voltaire vi è un deciso attacco all'idea teologica della differenza essenziale e sovrannaturale fra l'essere umano e gli animali e della superiorità di diritto divino da parte dell'uomo nei confronti dell'intera natura. Partendo da questa critica, lo scrittore condanna la vivisezione ed i tormenti inflitti agli animali d'allevamento, mostrando simpatia per il vegetarismo dei pitagorici. La questione della crudeltà verso gli animali e del vegetarismo è affrontata da Voltaire in parecchie opere, dagli Elementi della filosofia di Newton al Saggio sui costumi. Voltaire pone aspramente in discussione le posizioni cartesiane che riducevano l'animale ad una macchina senza coscienza. Nel Dizionario filosofico, egli sottolinea quale vergogna sia stata «aver detto che le bestie sono macchine prive di coscienza e sentimento» e, rivolgendosi al vivisettore che seziona un animale nella più assoluta indifferenza, gli chiede: «tu scopri in lui gli stessi organi di sentimento che sono in te. Rispondimi, meccanicista, la natura ha dunque combinato in lui tutte le molle del sentimento affinché egli non senta?» Citato in Barbara De Mori, Che cos'è la bioetica animale, Carocci 2007, pp. 25-26.

mercoledì 12 dicembre 2012

CARTESIO vita e "cogito ergo sum"

Cartesio nacque il 31 Marzo del 1596 a La Haye.
Nel 1607 entrò nel collegio di La Flechè, che già godeva di alta rinomanza e dove il fratello Pierre vi aveva sùbito iniziato gli studi nel 1604. Gli studenti erano tenuti al solo pagamento della pensione e i corsi prevedevano tre anni di studio della grammatica, tre anni di studi umanistici e tre anni di filosofia. Coloro che volevano intraprendere la carriera ecclesiastica dovevano continuare a studiare per altri cinque anni la teologia e le Scritture.
L'insegnamento della matematica era scarso e impartito per meno di un'ora al giorno ai soli studenti del secondo anno di filosofia. Nella scuola si insegnava esclusivamente la filosofia aristotelica in un corso triennale ripartito nell'apprendimento della logica,quest'ultima insieme con nozioni di filosofia morale. Cartesio si mostrerà poi deluso dell'insegnamento ottenuto e formerà il suo metodo di insegnamento nelle scuole.
per approfondire:
http://it.wikipedia.org/wiki/Cartesio

"La locuzione Cogito ergo sum, che significa letteralmente "Penso dunque sono", è l'espressione con cui Cartesio esprime la certezza indubitabile che l'uomo ha di se stesso in quanto soggetto pensante." (wikipedia).
Cartesio era in cerca di un metodo per aiutare l'uomo nel distinguere il vero e il falso. Per scoprire tale metodo il filosofo francese adotta un procedimento di critica totale della conoscenza, il cosiddetto dubbio metodico, che mette in dubbio ogni affermazione, ritenendola almeno inizialmente falsa, nel tentarivo di scoprire dei principi ultimi e indubitabili su cui basare la conoscenza.
Cartesio ritiene che anche le scienze matematiche non possono sottrarsi a questa concezione, poichè non hanno una conoscenza precisa e sicura della nostra origine e del mondo che ci circonda.
Il filosofo francese sostiene che esiste un "genio maligno" che ci inganna su tutto, ma non può ingannarci sul pesiero, poichè anche il dubitare di pensare è un pensiero.

per approfondire:
 http://it.wikipedia.org/wiki/Cogito_ergo_sum